Un quadro

Un periodo di forzato stare in casa ha certamente qualche vantaggio. Di natura metafisica.
In queste ore si comincia a percepire un fluire del tempo diverso. Quando non è scandito da un orologio correntemente chiamato “lavoro” il tempo si libera come il genio dalla lampada.
Attenzione però a non lasciare che lo spiraglio di realtà che si affaccia non si rivolti contro e finisca per danneggiare l’incauto osservatore (nel senso di Heisenberg).

Vorrei condividere con voi una ricetta, il cui ingrediente principale è il tempo.

Prendete un libro, il primo che capita, tanto non servirà. Prendete proprio quello che per un motivo o per un altro avete sempre rifiutato di leggere oltre la seconda di copertina e mollato dopo le prime, noiosissime due pagine di introduzione. Proprio quello là! Spostatelo dalla libreria alla scrivania, o al comodino o sul tavolo. Insomma, muovetelo là dove bazzicate più spesso durante le giornate passate in casa e possiate in tal modo vederlo. Magari in bagno, sulla lavatrice, a portata di mano…

Ora, dopo aver fatto colazione, una bella colazione tranquilla, naturale se possibile, anche a base di qualcosa che mai vi sognereste di mangiare se doveste andare in ufficio o incontrare un cliente, qualcosa diciamo che rinforzi la risposta immunitaria (aglio? cipolla? Acquasala, per chi apprezza), trasferitevi al vostro tavolo di lavoro per iniziare la vostra giornata “di lavoro”, a casa.

Piero Paladini Rotta blu 2001
Piero Paladini Rotta blu 2001

Uno dice che c’entra questo con la barca? Ah, no?

Immaginate allora che questa segregazione forzata si renda fattibile in un altro luogo. All’aperto. E non sulla terra. Certo, la stiva è limitata, ma non pensiamoci al momento. Siamo su una barca, dunque. E non soli.

Allora si va? Dai andiamo. Dove? Non importa, si va dove il tempo non ci ha mai permesso di andare. Perchè le ferie finivano e bisognava rientrare prima del “grande rientro”. O perchè riprendeva scuola. Allora si va? Sì, ma la rotta? non è la stessa cosa 90 o 220. Dove andiamo?!

Ma non decidiamo noi! O meglio decidiamo secondo gradimento, secondo la migliore andatura: ci piace traverso? vada per il traverso (mura a sinistra perchè le prediligo, non mi piace avere precedenza, “prima le signore!”).

Si vada. Si vada. Alla via così! Senza pensieri. Lasciamo fare alla barca. Lasciamo fare al Tao. Lasciamo fare al Tao della barca (Grigg Ray – Tao della barca) .

Continua… Continui pure chi vuole.

2 Risposte a “Un quadro”

  1. Continuerei così…
    …E si mollano gli ormeggi con un po’ di fatica per troppo tempo di inattività. Si guarda avanti dopo l’ultima occhiata a terra, ma senza rimpianti, senza lacrime, sapendo che quello che si è fatto fin ora si è fatto bene. Ma ora è tempo di andare, sul mare, nel luogo che Izzo chiamava “altrove”, dove si può essere davvero liberi. Liberi, anche, di non pensare e percepire se stessi come corpo e anima ma senza farsi domande, perché le risposte ora non esistono più. Il vento soffia e lei (la barca, non io) va, senza problemi prende il largo a vele spiegate, pare sorridere sorniona. E’ finalmente in acqua, e sa che non sarà un viaggio breve. Per ora solo complice dei suoi marinai, o per lo meno glielo lascia credere, ma poi sarà lei a decidere, insieme alle stelle, la rotta, le soste in rada o in qualsiasi porto del Mare Nostrum, perché è da qui che siamo partiti. Mediterraneo azzurro, blu, profondo e salato quando con la prua infrange le onde e gli schizzi ti arrivano fin sul viso, sulle labbra, e si asciugano come panni al sole inaridendo la pelle, come una maschera ti si appiccica il sale e blocca la tua espressione fino a quando non ne arriverà un altro di schizzo che ti cambia nuovamente il volto….

  2. Guardavo un quadro di Bosch. In cui si vede gente strana, ma veramente, stipata su una barca. Non so dire cosa facciano, ma l’impressione che mi ha dato leggere l’articolo è simile a quella in cui un gruppo di persone, intorno ad uno di quei cosi di ferro che servono per ormeggiare le grandi navi, quelli che si vedono sul lungomare, intenti ognuno a disfare una gassa, per sveltire le operazioni di partenza.

I commenti sono chiusi.